Viaggio nel vuoto… del presente

Recentemente ho ricevuto una mail nella quale l’Agenzia Spaziale Europea mi affidava il compito di fare la manutenzione del satellite GOCE. Preparai lo zainetto e salii sul mio shuttle.

A circa 200 km di distanza dal suolo terrestre riuscivo a vedere nitidamente tutte le persone dei paesi cosiddetti “sviluppati”: erano tutte concentrate e distratte allo stesso momento.

Questi individui (non a caso ho utilizzato questo termine) si muovevano forsennatamente, chi con le cuffie nelle orecchie, chi con sguardo corrucciato sullo schermo del proprio smartphone e chi perso nel ricapitolare gli impegni della giornata.

Del tutto inerti a qualsiasi espressione di bellezza che invade casualmente e incessantemente il nostro scenario giornaliero. È scontato possa essere un fiore colorato o un morbido gattino, lo è meno il fruscio delle fronde degli alberi che ti corrono affianco quando vai all’università, le forme delle oscillanti lenzuola appena stese dalla signora dirimpetto o l’ormai sconosciuto gesto di farsi precedere nel varcare una soglia.

L’uomo moderno è assente, alienato e se è capace di accorgersene è ancora in tempo per rimediare. Come? Attivarsi senza aver bisogno di uno scopo.

Ero nel pieno della mia indignazione quando… speronai in pieno il satellite e poi sappiamo tutti quello che è successo.

Ho imparato due grandi lezioni da questo volo di ricognizione:
  1. Dare sempre la priorità all’integrità del tuo corpo e della tua mente
  2. Guardare sempre avanti quando si guida uno shuttle

-Boris

"Quando qualcuno cerca, allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa, fuori di quella che cerca, e che egli non riesca a trovar nulla, non possa assorbir nulla, in sé, perché pensa sempre unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dal suo scopo. Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: esser libero, restare aperto, non aver scopo."

Hermann Hesse

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