Fifa 98 e ISS Pro Evolution, l'origine della contesa.

Ogni maledetto anno è sempre la stessa storia... Pes o Fifa?
Il maledetto casual gamer che ti disintegra i cosidetti probabilmente non sa che prima di avere il sudore sulla fronte dei giocatori, il calcio videoludico non era una cosa per signorine, una questione puramente estetica fatta di bei visini e tattiche elaborate.
No, i giochi di calcio erano una cosa seria.
Talmente seria, che praticamente ho imparato tutto ciò che c'è da sapere su questo sport giocando principalmente due titoli, che da soli hanno lasciato un segno indelebile sulla mia anima di videogiocatore.
Per chi non li conoscesse, li voglio descrivere brevemente, cercando il più possibile di fare loro giustizia.

Fifa Road to World Cup 98

Paolino vai vai!
Questo gioco è all'epoca uscito per ogni console, o aggeggio elettronico potesse permettere a quei due o tre poligoni di prendere vita. Ovviamente se prendiamo il comparto tecnico e lo confrontiamo anche solo a Fifa 2001, questo vi provocherebbe istantaneo sanguinamento oculare, per cui non perdiamoci in chiacchiere, i punti salienti erano i seguenti:
Fifa Street era una brutta copia.
  • Intro: Song 2 dei Blur. Ma quanto era bella così sparata prima di iniziare a giocare e quel "weeeeuuuuuhhh". Troppi ricordi.
  • Paolo Maldini sulla copertina. Non parliamo del resto della formazione azzurra presente in quel gioco, autentici fenomeni senza tempo, mi chiedo ancora come abbiamo fatto a non vincere quel mondiale.
  • Praticamente tutti i campionati e tutte le squadre del tempo disponibili in un solo gioco. Il paradiso.
  • Il tasto R2 permetteva di fare un ignorantissimo fallo da espulsione con una mossa da puro WWE, cose che al giorno d'oggi possiamo solo sognare.
  • Il campo Indoor. Fifa 97 e 98 furono gli unici due giochi di calcio ad avere un campo da calcetto con tanto di possibilità di segnare di sponda all'interno. La soddisfazione che si provava nel segnare con il portiere era immensa, non però quanto quella di aver fatto terminare la partita a causa dell'espulsione di tre giocatori. Goduria.

Iss Pro Evolution

Copertina fighissima
Abbreviazione del comodissimo e giapponesissimo titolo: International SuperStar Soccer Professional Evolution (infatti in Giappone si chiama tutt'oggi Winning Eleven) ha prima di Calciatori Brutti insegnato che il calcio potesse essere soprattutto ignoranza, e vi spiegherò il perché:
  • Nessuna licenza: ne giocatori, ne squadre, ne stadi, ne campionati, niente aveva un nome corrispondente a realtà. Fu così che nacque una leggenda chiamata Roberto Larcos, campioni dello spessore di Del Perio o capitani immensi come Zannatti. Sto piangendo dall'emozione. Ogni formazione era un tripudio di classe e "scarponi" che i posteri avrebbero invidiato.
  • La Master League: questo fu il gioco in cui tutto ebbe inizio, dove nacque questo patrimonio dell'umanità di cui i nostri figli un giorno ci chiederanno. Iniziare con una squadretta e portarla ai vertici del calcio internazionale era un idea rivoluzionaria che con il tempo si è rivelata assolutamente vincente. Doveroso qui diviene l'omaggio ai primi giocatori da Master che comparvero e che dal successivo gioco vennero rimpiazzati dai classici Castolo, Espimas e compagnia. Mi riferisco a Merosi, Jano, Alviano, Satta, Gobbatto, Kittie, Colombo, Ragnotti. Tutti posti successivamente dalla Konami nel dimenticatoio. Mi dispiace che nessuno li abbia conosciuti per quelli che erano: campioni indimenticati.
  • Babandiga: Primo giocatore da comprare nella master, aveva l'unica qualità che serviva in quel gioco. La velocità a 9, Fine dei giochi, la fascia era sua e non ce n'era per nessuno.
  • I mitici capelli piatti e la ggggrafica
  • Il Gameplay: l'aspetto simulativo non veniva neanche preso in considerazione all'epoca. Le riviste specializzate si sprecano in elogi o critiche della simulazione nei giochi di calcio, quando questo è sempre un discorso totalmente inutile. Fin quando non sarò costretto a mettere li scarpini e correre quando sto usando un videogioco di calcio, la storia della realisticità è una grandissima bufala. Per questo all'epoca l'unico obbiettivo era quello di far divertire il giocatore e ISS Pro ci riusciva alla grande, con un ammasso di cubi e triangoli e texture sgranate. Si dovrebbe solo imparare dal passato e da titoli come questi.
Per questo, se siete indecisi su quale via videoludica intraprendere quest'anno, beh, meglio un tuffo al passato e tornare ai fasti di un tempo, anche solo per una sana operazione nostalgia che sono sicuro non vi deluderà affatto.
Qualcuno se lo ricorda?
Mikoski

Nessun commento:

Posta un commento