Giulio era stanco. Ogni giorno, ogni santo giorno, veniva
trascinato in piazza dalle sirene che urlavano per le vie della sua città. La
gente si riversava a centinaia, gridando gli stessi triti e ritriti slogan,
carichi di odio verso il nemico.
Ma chi era il nemico?
Suo padre era stato un nemico. La polizia l’aveva prelevato
quando era solo un bambino. Avevano detto: “Un normale controllo”, poi
l’avevano messo in carcere con l’accusa di tradimento. La madre gli aveva detto
di iscriversi a quel dannato blog… Ma lui difendeva il suo “ideale” e così si
erano ritrovati nella merda, solo con quel milione di lire di cittadinanza e
qualche buono sconto ai supermercati. Però andò a scuola, sua madre lo voleva fortemente.
Il maestro gli diceva via chat che aveva
del potenziale ma, non abbastanza voglia di studiare sempre le solite cose. Così
decise di mettersi al lavoro per conto suo ed inventarsi qualcosa per fare
seriamente un po’ di soldi. Pensò a ciò che mancava di quei tempi alla gente… I
libri. Non che molti ne sentissero la mancanza... C’erano tuttavia alcuni
“intellettuali” che pagavano abbastanza per avere qualche vecchio libro sulla
storia, sull’economia o di qualche oppositore. Così andava a casa della
gente di cui si fidava per raccattare dalle cantine quei pochi fogli che erano
riusciti a conservare, li metteva insieme e li rivendeva per guadagnarci… Non
senza prima averci dato un’occhiata. Mano a mano che leggeva, capiva che c’era
qualcosa che non andava. Sembrava che la “Casta”, quei dittatori che ci
governavano una volta, non erano tutti corrotti e delinquenti come si aspettava…
Insomma che non eravamo messi bene si vedeva, nonostante questo per
l'Assemblea del Popolo di Internet tutto andava a gonfie vele… Una volta si diceva:
“Dalla padella alla brace”. Così cominciò a fotocopiare i libri che riusciva a trovare, distribuendoli a coloro che vedeva
propensi alla contestazione… Però continuava a ripetere di non voler fare una
rivoluzione… neanche per sogno. Voleva solo informare. Tutti quei morti, le
famiglie distrutte… Di certo non sarebbe stato lui a provocare di nuovo tutto
quel dolore.
Arrivò in piazza spintonato dalla folla, era più o meno al
centro del grande rettangolo piastrellato, che una volta era stata la piazza
della chiesa. Ora questa apparteneva solo al popolo. Aveva letto sul blog che in quel giorno ci
sarebbe stata una pubblica accusa, di solito non si moriva o almeno nel suo
paese non era stato ancora linciato nessuno, però era comunque una cosa brutta.
La faccia del proclamatore venne proiettata sul telo e tutti si zittirono. Poi
l’imperiosa voce cominciò a dire:
“Siamo qui, nella piazza del popolo, perché ci è arrivata
voce che qualcuno non ha più un cazzo per la testa! E noi sappiamo chi è,
pensavi di sfuggirci eh? Beh, ti abbiamo preso… Giulio Baldi!”
Il mondo crollò. Al posto della faccia del proclamatore
venne proiettata la sua immagine profilo di Facebook.
Il vecchio che stava accanto si voltò immediatamente verso
di lui e lo riconobbe… Cominciò ad urlare:
“È qui! È qui! Porco!”
Tutti coloro che gli erano attorno si allontanarono di
almeno un metro, mentre gli altri si voltavano verso la parte di piazza dove
avevano sentito urlare, cominciando a mormorare… Poi ricomparve la grossa faccia
del proclamatore:
“Vaffanculo!”
Tutti cominciarono a ripeterlo. Prima sommessamente, poi
sempre più forte…
“Vaffanculo, vaffanculo!”
Cominciarono a spintonarlo… Lo portavano in avanti, fino al
palco, dove c’erano tre poliziotti in tuta anti sommossa. Lo presero per le
braccia e lo trascinarono verso l’autoblindo, mentre si sentiva sopra la folla
la grande voce: “Colluso con la Casta! Ignorante! Diffamatore ingiusto!” Una
signora grassa che abitava nel suo portone gridò a quelli che le stavano vicino:
“L’ho visto picchiare un cane!” al che i bambini cominciarono a raccogliere
sassi e a lanciarli, prendendo più che altro gli agenti che lo attorniavano
facendo barriera. Lo caricarono sul furgone che si allontanò per una via
laterale, mentre alcuni cercavano di inseguirlo a piedi battendo con i pugni
sulla fiancata.
-Mikoski
Bello ma, finisce così? Mi aveva preso la storia!
RispondiEliminaMi dispiace di averti deluso, purtroppo ciò che doveva essere messo in risalto era l'ambiente a contorno della vicenda e non la vicenda stessa. Non è detto che non ci possa comunque essere una continua ;)
RispondiEliminaDiverso,originale,critico.
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