Insomma, fino a qualche giorno fa andava tutto a meraviglia. La sua era una storia bellissima, aveva studiato al college, aveva preso una bella laurea in legge, viveva in una casa pazzesca invidiata da tutto il vicinato ed era sposato con Marie, la donna più bella e intelligente del mondo.
Tutto era cominciato con una porta. Si, una porta.
Un giorno era andato al bagno, aveva abbassato la cerniera e urinato come Dio comanda, poi una volta voltatosi, la porta da cui era entrato in precedenza era sparita. Al momento credeva di essere in preda ad una specie di strana allucinazione, forse provocata dagli avanzi maleodoranti che era stato costretto a mangiare qualche giorno prima per non doversi recare al supermercato. Invece tutto quello era reale. Aveva tastato il muro, imprecando, e battendo forte i pugni aveva svegliato anche la piccola Annette che dormiva nella culla in salotto. Passò forse dieci minuti nel bagno in quelle condizioni, poi così come era successo prima, la porta ricomparve in una strana distorsione, li dove una volta c'erano le fredde piastrelle del bagno.
L'episodio sembrava un fatto isolato e completamente privo di senso, senonché, l'altro giorno, mentre si recava a lavoro con l'auto d'ufficio, si era ritrovato a percorrere una strada infinita. Si, una specie di illusione ottica, come la scala di Penrose, o una stronzata del genere. Andava avanti per minuti senza che gli alberi, i tratti d'asfalto, le macchine che passavano, cambiassero... Si ripeteva tutto all'infinito. Poi ad un certo punto, quando ormai credeva di essere impazzito, Joseph incontrò un cartello che indicava l'entrata nella città, e che rompeva finalmente il circolo.
Qualcosa non tornava, era inebetito per quei due avvenimenti e non riusciva più a concentrarsi su nulla.
Un piccolo soffio nella sua testa però continuava a mandarlo avanti, c'era una specie di voce che gli diceva che era tutto a posto, che non doveva preoccuparsi di queste cose, mentre la cosa importante rimaneva raggiungere gli obbiettivi prefissati.
Lo volevano il capo, Marie, e quella voce nella sua testa...
Si, doveva andare avanti.
Tutto questo fino ad oggi.
Ora Joseph si trovava davanti al luogo dove una volta ci sarebbe dovuto essere il cortile della sua casa.
Ma li non c'era niente.
Un grosso quadrato di erba stava perentorio e fermo davanti a lui. Era rimasta solo la cassetta della posta ed il marciapiede attorno all'intero isolato, tutto il resto era sparito.
Questo sta accadendo a me? Sono veramente qui?
Le domande si accavallavano nella sua testa, mentre tutto vorticava attorno al suo essere in una spirale mortale, stava cambiando, lo sentiva...
Non era più Joseph, no, si chiamava Gregory ed era un medico... E non era sposato, non lo aveva mai voluto.
Questo non sta accadendo.
-Mikoski
Mi ricorda Kafka...
RispondiEliminaRiflettere, riflettere...
Buona giornata!
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