Person of Interest, Watch Dogs e 1984: Privacy, questa sconosciuta.

Era da un po' che non ci si sentiva, ma sapete bene che Mikoski disturba quando meno ve lo aspettate. Oggi vorrei parlarvi di un argomento alquanto controverso come il diritto alla privacy e lo farò attraverso tre diverse opere divise per altrettanti ambiti differenti, che ho gustato e apprezzato seppur in periodi separati tra loro.

La domanda è: quanto si è disposti a perdere in termini di privacy in cambio di alcuni benefici, come ad esempio, la sicurezza?



Ultimamente, in preda ad una sorta di isteria collettiva e grazie ai "complottisti" si è diffusa a macchia d'olio in Italia, ma anche nel resto del mondo, la convinzione che, rullo di tamburi...

I governi ci spiano!

Wow, guardate, se alcuni deputati non avessero fatto delle interrogazioni parlamentari sui "Microchippi" nel cervello, non sarei mai arrivato a questa a dir poco inquietante conclusione.

Novantadue minuti ininterrotti di applausi.



Va bene, ok... Basta sfottere.
Non è certo una novità, che al giorno d'oggi qualsiasi cosa noi facciamo può essere registrata, visionata e archiviata in modo tale da poterci fare qualsiasi cosa vi venga in mente (quindi stai attento quando vedi quei filmini lì, perché il portatile monta una webcam).

Il punto è:
  • Come viene effettuata questa sorveglianza?
  • A quali fini viene effettuata?
Ora posso iniziare a parlare delle tre storie che mi sono venute in mente.

Person of Interest

John Reese, figo come George Clooney e pericoloso come Chuck Norris ed
Harold Finch, al confronto Napster è Salvatore Aranzulla.
Questa è una serie tv abbastanza recente, tale da non essere arrivata ancora ad una fine (è in corso la quarta stagione in America). Mr. Geta dovrà perdonare questa incursione nel suo territorio.
L'input iniziale è abbastanza semplice e potrebbe essere benissimo riassunto dall'intro che compare in quasi tutte le puntate:



"Siamo sorvegliati, il governo ha costruito una macchina, che ci spia ogni singolo minuto di ogni singolo giorno, la macchina è stata costruita per prevedere atti di terrorismo, ma vede ogni cosa, crimini violenti che il governo considera irrilevanti... Ma noi no."

Il "noi" si riferisce in particolare ad Harold Finch, il costruttore di questa macchina, filantropo, ricco da fare schifo, vive per salvare coloro che la macchina indica e a John Reese, ex agente segreto che mette nelle mani di Harold le sue qualità per prevenire le minacce che si presentano nei confronti dei "numeri" che escono dalla macchina.

La questione qui è molto semplice, se una tale macchina esistesse, sarebbe veramente indecente da parte del governo ignorare il fatto che molti altri crimini, non solo gli atti di terrorismo, possano essere sventati.
La macchina sarà una presenza costante in tutta la serie.

Da qui una serie interminabile di intrighi e complotti per tener segreta la macchina, che senza addentrarci per non incorrere nel temibile spoiler, si rivelerà essere ben più di una semplice "macchina".
In questo caso la sorveglianza della gente è utilizzata tra virgolette per una buona causa, ma pone l'uomo di fronte al dilemma di dover decidere del destino di vite ignare, considerando alcune rilevanti e altre meno.

Un altro tema trattato è quello del "Deus Ex Machina". Provate infatti per un istante a  concepire una intelligenza o un uomo che abbia il potere illimitato di vedere tutto e tutti e di prevedere ogni cosa.
Lascio a voi immaginare le possibili implicazioni di questi concetti per una eventuale trama di una serie.

Nel vasto e variegato mare delle "TV Series", Person of Interest si colloca nella categoria da me battezzata "Semiseria" ovvero questa tratta di temi drammatici e anche di violenza con tono non troppo pesante, aggiungendo siparietti davvero gustosi e non fuori luogo.
La consiglio vivamente a tutti.

Watch Dogs

Aiden Pierce da semplice hacker diventa una specie di giustiziere.
La vendetta non sarà il suo solo fine, anche gli scippatori non hanno scampo.
Che siate videogiocatori incalliti o meno, è difficile che non abbiate sentito parlare almeno una volta di questo gioco, molto, ma veramente molto pubblicizzato, talmente tanto da creare attorno ad esso un hype immenso.

Alla fine tutti hanno potuto constatare come la Ubisoft (Software house produttrice di Assassin's Creed tra tutti i giochi) ha fatto un bel lavoro, sia a livello visivo che per quanto riguarda il gameplay, la cui particolarità è insita nella trama stessa.

Il gioco è ambientato in una Chicago fantasiosa, dove una ditta ha posto, come in una specie di beta test, l'intera città sotto la protezione di un sistema, il CTOS, che monitora e raccoglie i dati di ogni cittadino. Ma questo grande controllore in realtà viene utilizzato per scopi molto meno nobili.
Bande criminali, politici assetati di potere e imprenditori senza scrupolo ne fanno la perfetta fonte di informazione per i loro loschi scopi.

Il protagonista è l'hacker Aiden Pierce, il cui obbiettivo è, dall'inizio del gioco, quello di vendicare la morte di sua nipote in un incidente stradale provocato da dei tizi che volevano farlo fuori a causa di sue attività non proprio oneste. Le abilità del protagonista di hackerare il sistema CTOS potranno essere usate per controllare la città a proprio vantaggio, chiudendo ponti, propagando blackout o facendo esplodere centraline elettriche...
Quel bastoncino lì fa più male di quanto non si creda.
Il caro giustiziere mascherato non risparmierà certo la dose di denti rotti.
Ogni cosa diventerà un'arma.

Tornando al dibattito morale, nel gioco si fa riferimento tantissime volte al problema rappresentato dalla privacy.
Qui lo strumento rappresentato dal "sistema" è usato dai criminali della città per il proprio tornaconto. Una cosa che a conti fatti può valere anche per la realtà dei giorni d'oggi. Immaginate le informazioni di Google in mano ad una banda di criminali!

Quindi la domanda è sempre la stessa...
Vorremmo avere un "guardiano" che possa essere in qualche modo corrotto?
O per dirla come Giovenale: chi controllerà i controllori?

1984

Sicuramente è il libro più letto dai complottari e loro amici.
No, quello non è un concorrente
del Grande Fratello televisivo.

Se fate un indagine, chiedendo a chi vi si para davanti se pensa di vivere in un regime, questi vi dirà di si.

Poi ci sono quelli che vogliono i bei vecchi regimi di una volta... Ma si sa la madre degli idioti è sempre incinta, quindi andiamo avanti.

L'intero libro è caratterizzato dalla presenza, inquietante e perentoria, del grande fratello, un'entità quasi eterea, una specie di Dio, che controlla ogni cosa...

In realtà non credo che Orwell avesse in mente sistemi informatici alla sua epoca, ma più che altro, voleva rimettere in guardia il mondo dai pericoli dei regimi autoritari, di qualunque bandiera essi siano, perché si sa la gente dimentica facilmente la propria storia.

Quindi il punto focale, checchè se ne dica, non è il controllo fermo e sempre presente fatto dallo stato sui cittadini, ma sul pericolo che un simile potere possa rappresentare se a servizio di un sistema autoritario come appunto quello di 1984.

Fare urlare la gente, insultare il nemico senza pietà.
Chi vi ricorda?

Privacy de che?

Ora, purtroppo per voi, sono costretto a fare alcune considerazioni personali su tutta la storia.

Ritengo che la questione della "privacy" sia una grande e immensa bufala.

A meno che non viviate su di un eremo in Tibet senza nessuna possibilità di contattare il mondo esterno (nel qual caso mi chiedo come tu stia facendo a leggere questo post) nessuno può scappare dalla presenza di un "guardiano" o comunque alla possibilità di essere tracciato, spiato, segnalato e quant'altro.

Non servono microchip impiantati sottocute, il vostro smartphone è lo strumento ideale per qualunque entità abbia deciso di spiarvi.

Lo abbandonate?

C'è una telecamera dietro l'angolo che vi spia, o il telefono di un'altra persona che intercetta la vostra voce.

In poche parole: non avete scampo!

Quindi la questione diventa: come viene usato questo potere da chi ci controlla?

Vi dico la verità, qualsiasi cosa facciano con i nostri dati non potremmo mai saperlo e scandali abbastanza recenti come il "Datagate" non possono a mio avviso che intaccare solo la superficie di ciò che può esserci dietro.

Personalmente io non ho nessun problema a rinunciare a parte della mia cosiddetta "privacy" in cambio della sicurezza che domani un terrorista non salga con una bomba sul mio autobus, o che se un giorno io rimanga disperso in un pozzo o in mezzo ad un ghiacciaio possano ritrovarmi grazie al mio cellulare.

Diffidate da chi pretende la privacy assoluta,
Potrebbe avere qualcosa da nascondere.

Voi cosa ne pensate?

-Mikoski

E' ora di serie tv! - Breaking Bad


L'ondata di gelo che ci sta colpendo ha avuto un effetto contrario su Mr. Geta ragazzi! Mi sono svegliato da un letargo che mi ha tenuto troppo lontano da voi, ma ora sono attivo e pieno di energia!



Molti di voi si chiederanno chi diavolo io sia, ebbene per chi non mi conosca o per chi abbia la memoria corta, invito tutti a visitare la sezione serie tv del nostro fantastico blog! Ma basta convenevoli, per scusarmi della mia assenza ho in mente di recensire una serie tv esplosiva. Ci sentiamo dopo la sigla!







Diciamocelo, Breaking Bad è la serie tv del momento, tutti ne parlano e un numero sempre maggiore di spettatori si sta raccogliendo intorno a questo capolavoro firmato Vince Gilligan. La serie, vincitrice di una caterva di premi, è un vero gioiello per interpretazioni magistrali, accuratezza scientifica, ricerca maniacale della perfezione nei dettagli, riprese straordinarie e colonne sonore da brivido. Se tutto questo non bastasse, lasciatevi dire che il vero segreto del successo di Breaking Bad sta nella mutevolezza dei personaggi, che alla fine della storia vi sembreranno irriconoscibili rispetto all'inizio, complice anche una trama mozzafiato.
L'intuizione geniale di Gilligan è stata quella di non creare una storia incentrata su un protagonista "convenzionale", ma fare in modo che egli potesse diventare l'antagonista. Tranquilli amici non è uno spoiler! Non fermatevi alla palese semantica del termine antagonismo, la bellezza e l'innovazione di Breaking Bad sta proprio nel fatto che gli spettatori sono catapultati nella vita di Walter White, un uomo dai mille volti e dalle mille caratteristiche, che, grazie anche alla magistrale interpretazione di Bryan Cranston, riesce a far scatenare nella mente un turbinìo di sensazioni contrastanti. Vi ritroverete a lottare con voi stessi, in ogni puntata avrete una considerazione diversa del protagonista, cattiva o buona che sia. Questo concept innovativo di dualismo protagonista/antagonista verrà ripreso anche in altre serie tv, esempio lampante l'attualissima "House of Cards", una splendida serie di cui non mancherò di parlare.

Pillole di trama: torniamo a noi, senza dilungarmi troppo vi illustro la trama. Walter White è un timido e riservato professore di chimica di Albuquerque, che vive una vita all'insegna della tranquillità, ma anche del rimpianto. La sua esistenza sarà stravolta dalla scoperta di un tumore ai polmoni, che ha su Walter un effetto molto particolare. Egli infatti, dopo l'incontro con un suo ex alunno alquanto bizzarro, Jesse Pinkman, deciderà di sfruttare le sue doti di brillante chimico per produrre metanfetamina di qualità superiore, così da poter guadagnare abbastanza soldi per permettere alla sua famiglia di vivere una vita agiata dopo la sua eventuale dipartita. Da qui si svilupperà una storia davvero pazzesca, che vi terrà incollati al vostro computer. Lo capirete già dalla inusuale quanto stupenda scena iniziale, che vi catapulterà con forza nel mondo di Breaking Bad.

Diamo un breve sguardo ai personaggi principali! Cari lettori, come sempre mi limiterò a parlarvi dei personaggi che incontrerete all'inizio della vostra avventura, per non privarvi in maniera alcuna della sorpresa di quelli che incontrerete più avanti.


Walter White: di Walter vi ho già detto molte cose, che aggiungere; è il punto focale di tutto, colui che rende questa storia unica, epica. E' un personaggio capace di infondere negli spettatori qualsiasi sensazione, stima, odio, profonda pateticità (sorpresi?), tenerezza, astio e quant'altro. Questo continuo ping pong tra odio e amore ne fa la creatura più brillante della carriera di Bryan Cranston.




Jesse Pinkman: Jesse, ex alunno di Walter, è un tossicodipendente e spacciatore di poco conto, che accetterà la bizzarra richiesta di Walter di mettersi in società con lui. Il rapporto tra i due non è certo dei più rosei, dato l'abisso che vi può essere tra un brillante professore di chimica e un ragazzo di strada. Ma è proprio questo binomio che renderà la loro avventura ricca di emozioni, drammatiche ma anche divertenti. Jesse è soprattutto un ragazzo instabile ed emotivo, che dovrà lottare contro la durezza di una vita che sembra negargli gioia e tranquillità.




Hank Schrader: Hank è il cognato di Walter, ed è un agente della DEA (dipartimento antidroga). Hank è proprio il poliziotto medio statunitense: pancia d'ordinanza, amante dei barbecue e della birra, ma formidabile nel suo lavoro. Inizialmente vi sembrerà solo un'arrogante pallone gonfiato, ma vi stupirà per arguzia e molto altro. E' davvero un personaggio da tenere in forte considerazione. Non vi sembra poi che il suo lavoro strida con la nuova occupazione di suo cognato? Ne vedrete delle belle...








Skyler White: Skyler è la moglie di Walter. E' una donna molto particolare, ed è forse il personaggio che subisce la maggiore evoluzione nel corso della serie. Mi sentirei in colpa anche solo nel darvi degli input su come ciò avvenga, altra ragione per cui vi invito a gustare una serie in cui niente è lasciato al caso, e tutto cambia. Skyler è una donna che proverà una vasta gamma di emozioni, che la plasmeranno in tutti i sensi.






Saul Goodman: sono stato indeciso fino all'ultimo sul fatto di presentarvi o meno questo personaggio, poichè apparirà dalla seconda serie, ma non ho saputo resistere. Cari lettori, quest'uomo è un mito. Saul è un avvocato alquanto stravagante, che nel difendere i suoi clienti applica tattiche astruse ma incredibilmente efficaci. In una serie prettamente drammatica, è senza ombra di dubbio il personaggio più esilarante, che proprio per questo suo modo di fare avrà un contrasto davvero particolare con tutta la storia. Vi colpirà in tutti i sensi; non a caso è stato annunciato dallo stesso Vince Gilligan uno spin-off (se avete pensato: "un che??" Non temete, aprite il link) incentrato su Goodman, "Better Call Saul". 








Consigli per l'uso: come quando Walter invita Jesse a "cucinare" (vedi sopra), io invito voi cari lettori a non perdervi una serie tv epica e piena di sentimento e colpi di scena. Mi sento in dovere di darvi un solo e importante consiglio: la serie è, ovviamente, prettamente drammatica, perciò dopo l'exploit adrenalinico iniziale vi sembrerà pesantuccia, quasi demoralizzante, causa ovviamente il decorso della malattia di Walter e i problemi legati ad essa. Non scoraggiatevi e andate avanti, questi rari buchi di tristezza o sottile noia saranno ben colmati da adrenalina pura, introspezione straordinaria di luoghi e personaggi, inquadrature particolari (fiore all'occhiello del lavoro di Gilligan), ecc. Per convincervi, vi confido che la quinta stagione, l'ultima, l'ho guardata tutta in un giorno. "Don't try this at home" ovvio, io sono un pazzo. Che questo esempio vi sia d'aiuto se siete ancora indecisi.





Con questa divertente scena di Walter e Jesse che si godono Marge Simpson mentre segue le loro orme cucinando dei gustosi cupcake alla metanfetamina, vi do appuntamento alla prossima e vi auguro una splendida visione!

Vi va di cucinare? No? Troppi impicci con la legge avete ragione...Se volete, però, sentitevi liberi di lasciare una vostra opinione! A presto,


-Il vostro Mr. Geta