Ogni maledetto anno è sempre la stessa storia... Pes o Fifa?
Il maledetto casual gamer che ti disintegra i cosidetti probabilmente non sa che prima di avere il sudore sulla fronte dei giocatori, il calcio videoludico non era una cosa per signorine, una questione puramente estetica fatta di bei visini e tattiche elaborate.
No, i giochi di calcio erano una cosa seria.
Talmente seria, che praticamente ho imparato tutto ciò che c'è da sapere su questo sport giocando principalmente due titoli, che da soli hanno lasciato un segno indelebile sulla mia anima di videogiocatore.
Per chi non li conoscesse, li voglio descrivere brevemente, cercando il più possibile di fare loro giustizia.
Fifa Road to World Cup 98
Paolino vai vai!
Questo gioco è all'epoca uscito per ogni console, o aggeggio elettronico potesse permettere a quei due o tre poligoni di prendere vita. Ovviamente se prendiamo il comparto tecnico e lo confrontiamo anche solo a Fifa 2001, questo vi provocherebbe istantaneo sanguinamento oculare, per cui non perdiamoci in chiacchiere, i punti salienti erano i seguenti:
Fifa Street era una brutta copia.
Intro: Song 2 dei Blur. Ma quanto era bella così sparata prima di iniziare a giocare e quel "weeeeuuuuuhhh". Troppi ricordi.
Paolo Maldini sulla copertina. Non parliamo del resto della formazione azzurra presente in quel gioco, autentici fenomeni senza tempo, mi chiedo ancora come abbiamo fatto a non vincere quel mondiale.
Praticamente tutti i campionati e tutte le squadre del tempo disponibili in un solo gioco. Il paradiso.
Il tasto R2 permetteva di fare un ignorantissimo fallo da espulsione con una mossa da puro WWE, cose che al giorno d'oggi possiamo solo sognare.
Il campo Indoor. Fifa 97 e 98 furono gli unici due giochi di calcio ad avere un campo da calcetto con tanto di possibilità di segnare di sponda all'interno. La soddisfazione che si provava nel segnare con il portiere era immensa, non però quanto quella di aver fatto terminare la partita a causa dell'espulsione di tre giocatori. Goduria.
Iss Pro Evolution
Copertina fighissima
Abbreviazione del comodissimo e giapponesissimo titolo: International SuperStar Soccer Professional Evolution (infatti in Giappone si chiama tutt'oggi Winning Eleven) ha prima di Calciatori Brutti insegnato che il calcio potesse essere soprattutto ignoranza, e vi spiegherò il perché:
Nessuna licenza: ne giocatori, ne squadre, ne stadi, ne campionati, niente aveva un nome corrispondente a realtà. Fu così che nacque una leggenda chiamata Roberto Larcos, campioni dello spessore di Del Perio o capitani immensi come Zannatti. Sto piangendo dall'emozione. Ogni formazione era un tripudio di classe e "scarponi" che i posteri avrebbero invidiato.
La Master League: questo fu il gioco in cui tutto ebbe inizio, dove nacque questo patrimonio dell'umanità di cui i nostri figli un giorno ci chiederanno. Iniziare con una squadretta e portarla ai vertici del calcio internazionale era un idea rivoluzionaria che con il tempo si è rivelata assolutamente vincente. Doveroso qui diviene l'omaggio ai primi giocatori da Master che comparvero e che dal successivo gioco vennero rimpiazzati dai classici Castolo, Espimas e compagnia. Mi riferisco a Merosi, Jano, Alviano, Satta, Gobbatto, Kittie, Colombo, Ragnotti. Tutti posti successivamente dalla Konami nel dimenticatoio. Mi dispiace che nessuno li abbia conosciuti per quelli che erano: campioni indimenticati.
Babandiga: Primo giocatore da comprare nella master, aveva l'unica qualità che serviva in quel gioco. La velocità a 9, Fine dei giochi, la fascia era sua e non ce n'era per nessuno.
I mitici capelli piatti e la ggggrafica
Il Gameplay: l'aspetto simulativo non veniva neanche preso in considerazione all'epoca. Le riviste specializzate si sprecano in elogi o critiche della simulazione nei giochi di calcio, quando questo è sempre un discorso totalmente inutile. Fin quando non sarò costretto a mettere li scarpini e correre quando sto usando un videogioco di calcio, la storia della realisticità è una grandissima bufala. Per questo all'epoca l'unico obbiettivo era quello di far divertire il giocatore e ISS Pro ci riusciva alla grande, con un ammasso di cubi e triangoli e texture sgranate. Si dovrebbe solo imparare dal passato e da titoli come questi.
Per questo, se siete indecisi su quale via videoludica intraprendere quest'anno, beh, meglio un tuffo al passato e tornare ai fasti di un tempo, anche solo per una sana operazione nostalgia che sono sicuro non vi deluderà affatto.
Il primo The Sims era incredibile, grazie a lui durante le scuole medie avevo una fidanzata.
Chi non conosce The Sims non può definirsi un videogiocatore.
È una cosa naturale: come andare in bicicletta, l’abc della simulazione, la
quintessenza del divertimento… The Sims è ogni cosa. Questo gioco ha
accompagnato la mia generazione per mano dal 2000 con il primo titolo, fino ad
ora con il bellissimo The Sims 4. Quanti momenti esilaranti e al tempo stesso
inquietanti ci ha regalato questa perla del mondo videoludico? Tanti, e vorrei
condividerli con voi.
L’incendio
Tranquilli, è tutto sotto controllo.
Compra quella cucina economica, dicevano, risparmierai
tanto, dicevano… Un giorno si e l’altro pure, quando non avevi i soldi neanche
per comprarti il bidone della spazzatura in casa, si presentava quel dannato
fuocherello che in meno di 5 secondi invadeva l’intera casa… E i pensieri dei sim che ci abitavano. Non so se per un bug, o volutamente, questi impazziscono
agitando solamente la mano per dire: “Guardate, lì c’è un incendio, fate
qualcosa!”. Da quel momento in poi si dipaneranno tre strade:
Avete l’allarme anti-incendio (mai comprato,
troppo costoso). Il pompiere arriva più o meno in tempo da poter salvare il 5%
della casa che si presenterà annerito. Forse siete anche riusciti a salvarvi la
pelle.
Non avete l’allarme anti-incendio ma qualche Sim
più coraggioso riesce a vincere il suo bug mentale e prende iniziativa
utilizzando un estintore che probabilmente ha tirato fuori dal culo. Quasi
sicuramente morirà nel tentativo di salvare la casa, ma almeno sarà ricordato
dai posteri per aver fatto qualcosa di utile per il mondo (cercate di non
vendere la sua urna cineraria, conservate un po’ di rispetto).
Niente allarme, nessuno prende iniziativa.
Ovviamente in questo caso qualche sim morirà e i sopravvissuti dovranno
ricostruire tutto sulle ceneri della loro passata vita. Molto triste ma vi
avevamo avvertito il giorno che nel menù compra avete visto quella topaia di
forno.
La Morte
Uhm, si... A quanto vedo non sei stata molto intelligente nonna.
Probabilmente è la cosa più bella mai concepita in un
videogioco. Raggiunta una venerabile età o una causa non proprio naturale, lei
arriva con il suo bel cappuccio e l'amorevole falce a fare i dovuti conti del
caso. Puoi sfidarla a scacchi, puoi implorarla, ci puoi diventare anche amico,
ma prima o poi essa ti verrà a prendere o semplicemente passerà per un drink…
I Bambini
Smettila di piangere Filiberto! Ho quasi raggiunto il livello 59!
Nessuno è un genitore modello in The Sims, nessuno. Dopo una
cocente notte di Fiki Fiki con la
gnocca che hai visto passare due ore prima fischiettando
per la tua strada, ecco che arriva il premio per esserti concesso questa
emozionante visione di coperte che si muovono a caso. Più che bambini, questi
sono dei demoni. Irritanti fino allo svenimento, si presentano sempre quando
per avanzare nella carriera devi svolgere il compito più arduo o avere mille
mila amici. La maggior parte delle volte finirà ad assistenti sociali e solo
pochi eletti riusciranno a superare l’adolescenza continuando l’imperituro
ciclo della vita.
Daniela Alberghini
Non c’entra un cazzo, ma è una fregna inconcepibile, valeva la pena citarla.
Gli alieni
"... E così dopo che ho rapito quel tizio, ci abbiamo dato dentro sulla navicella!"
Fare un incontro ravvicinato del terzo tipo in The Sims è
una cosa così scontata che sin dal secondo
capitolo di permettono di creare dei
Sim verdi. È inutile, fanno ridere, soprattutto quando metteranno incinta il
tuo personaggio (maschio) oppure quando ti eleggono imperatore dell’universo
dopo un viaggetto con l’astronave costruita nel giardino.
Maccheroni al Formaggio
Non credo possa finire bene.
Esce del fumo verde da quel piatto… Sarà un buon segno? Pile
e pile di piatti di cibi avariati si ammucchieranno nella vostra cucina, nel
salotto, nel bagno, nello scantinato, in soffitta e accanto alla tomba del
nonno. Meglio assumere una domestica, cercando possibilmente di non molestarla.
La Carriera
L'espansione Get to Work di The Sims 4 è un tripudio di demenzialità.
In The Sims, il vero obbiettivo è solo uno, se escludiamo l’avere
la casa più bella mai concepita nel quartiere. Ogni giorno farete alzare il
vostro Sim ad orari improbabili per farlo giocare a scacchi da solo o parlare
allo specchio sempre da solo (poi non lamentatevi se sono scemi). Agognerete
quel punto di carisma più di quanto Galeazzi desideri una guantiera di dolci. Quando finalmente avrete raggiunto l’ultimo grado della carriera più
improbabile, potete finalmente cambiare sim e lasciare la vostra creatura sola
a se stessa.
La Psp
No comment
Pochi conoscono The Sims 2 per PSP, ma se per caso abbiate l’occasione
di acquistarlo, prendetelo senza remore. È uno dei giochi più divertenti mai
esistiti dove dovrete controllare un solo sim attraverso una storia
assurdamente demenziale. Non rimarrete delusi.
Le Bestemmie
Vi giuro, una delle cose che mi fa più ridere del gioco è il loro linguaggio. E bellissimo, dovrebbero farne una facoltà o qualcosa per impararlo. Si chiama Simlish e deriva dall'unione (secondo Wikipedia) dell'ucraino con il tagalog (?) più un pizzico di Navajo. Questo linguaggio diventa sublime quando i sim si incazzano ed inoltre sono state tradotte delle canzoni presenti nel gioco in questo idioma!
Un gioco intramontabile
Per quante ore voi abbiate potuto macinare su questa
simulazione di vita vera, non potrete mai averne abbastanza. L’ultimo capitolo
mi è piaciuto veramente tanto e spero che continuino su questa strada.
Vi lascio con la bellissima colonna sonora del primo The
Sims.
Da un po' di tempo a questa parte sembra che il mondo sia letteralmente impazzito. Guerre di qua, invasioni di la, genocidi da quella parte, contagi dall'altra. Insomma va proprio una merda. Eppure chiunque abbia nella sua vita affrontato un minimo la storia sa che questa è sempre stata completamente saturata dagli echi di queste immani tragedie. Ma la Guerra, come ognuno di voi sa, oltre ad essere la peggiore schifezza dell'umanità, ha portato alla creazione di opere ad essa ispirate in ogni ambito delle arti e delle scienze. Ultimamente ho affrontato alcune di queste.
Spec Ops The Line
"Spec Ops The Line? E che minchia è?"
Questa è stata la mia reazione e probabilmente è stata anche la vostra quando avete letto questo nome...
Ma sorpresa delle sorprese, si tratta di un videogioco...
Di guerra.
"Ma Mikoski, stiamo stufi di questi giochi di guerra tutti uguali, parlaci di altro!"
Sono d'accordo con voi, miei impavidi lettori, anche il sottoscritto si ritiene stufo di Call of Duty, Battlefield, Medal of Honor, eccetera eccetera...
Sempre uguali, tanta grafica wOw, tanti luccichii, tante esplosioni e rumori connessi, tante colonne sonore da urlo (?), tanta "roba" insomma, ma poca, veramente poca sostanza.
Nonostante tutto l'odio che io possa riversare su queste produzioni, c'è solo un fondamentale elemento che veramente manca a queste nuove avventure videoludiche.
Udite, udite, si tratta della trama.
Sempre, completamente, ridotta all'osso.
Sempre americani, sempre super mega forze speciali segrete che devono salvare l'Ammericca dai cattivissimi russi o talebani (a voi la scelta)...
Che noia!
Dubai ha un impatto visivo notevole nel corso del gioco, peccato ci siano alcuni bug sparsi durante tutta la storia,
Spec Ops The Line è esattamente l'opposto.
Se il gioco nella sua componente prettamente ludica non è assolutamente rimarcabile per quanto concerne la storia è, senza ombra di dubbio, il miglior gioco di guerra a cui abbia mai donato le mie ore di perdizione.
Trama in poche parole:
Una squadra speciale di militari viene mandata in una Dubai colpita da una tempesta di sabbia immane per indagare sulla scomparsa di un intero battaglione dell'esercito americano che disertando era corso in aiuto della popolazione di Dubai per evacuare la città e aiutare i superstiti.
Detta così non sembra nulla di eccezionale, ma ci sono dei fattori per niente scontati a cui fare riferimento:
Scene crude e dure non verranno risparmiate nel corso del gioco.
Nemici Americani: Ebbene si, dovrete combattere contro i marines senza risparmiarvi, cosa che non succede mai negli altri giochi.
Non dovrete salvare il mondo: il vostro obbiettivo non ha nulla a che fare con l'Ammerrica, la pace nel mondo, Obama, Putin, gli orsetti gommosi, o l'ebola.
La follia della guerra: Il personaggio sarà posto sotto un crescente stress psicologico dovuto alla efferata violenza a cui è obbligato e a cui dovrà obbligare il nemico. Sarete infatti costretti o comunque dovrete scegliere, se compiere atti di crudeltà inaudita che ahimè, in guerra possono veramente accadere, come massacrare dei civili o usare armi chimiche.
La follia vera e propria: Quando terminerete il gioco non sarete più gli stessi, il finale è da brivido, pochi giochi sono riusciti a donarmi tali emozioni, soprattutto un gioco di guerra.
L'intera opera fa riferimento, soprattutto nel finale, ad un romanzo, di cui mi appresto a parlare.
Cuore di Tenebra
Józef Teodor Konrad Korzeniowski: per gli amici Mario.
Più o meno chiunque abbia studiato un minimo di letteratura inglese conosce questo libro, non troppo lungo, scritto dal signor Conrad, pseudonimo di un nome polacco impronunciabile (guardate la descrizione della foto), Questo tizio qui, è riuscito a mettere insieme la sua esperienza come marinaio e avventuriero insieme alla sua voglia di indagare le profondità dell'animo umano... Facendone venire fuori uno dei capolavori della letteratura "moderna" inglese, nonostante questa lingua non fosse per lui nativa. La storia inizia con una ciurma che si riunisce attorno ad un marinaio d'esperienza che racconta della sua avventura vissuta nelle profondità dell'Africa. Lavorava infatti per una compagnia che esportava dal Continente Nero dell'avorio, in maniera non molto "pulita". Quindi tutta la storia viene vissuta come una specie di flashback dove il narratore/protagonista racconta gli avvenimenti che l'hanno profondamente sconvolto adducendo spiegazioni e commenti. Il viaggio vero e proprio avviene su di un fiume che costui fu costretto a praticare per arrivare in una base commerciale tenuta in piedi dal famosissimo signor Kurtz, uomo di cui il protagonista diventa letteralmente ossessionato a causa delle parole della gente da lui incontrata durante il viaggio. E proprio il signor Kurtz il vero protagonista della storia, una presenza che aleggia in ogni parte del romanzo, che con il dono della paura è riuscito a costruire una specie di piccolo impero e a creare un vero e proprio seguito... Non vi dirò altro per non distruggere la sorpresa che avrete arrivati ad un certo punto del libro. A livello di suggestioni esistono pochi libri come questo. La foresta, il fiume, gli accampamenti presenti nel viaggio, non sono solo "luoghi", sono realtà, mondi paralleli, proiezioni delle anime che li abitano, tutto è un mescolarsi di sensazioni, man mano che il protagonista si insinua nelle viscere dell'Africa, tutto comincia a perdere senso e la "parola" diventa qualcosa di magico. Ma come ci ricolleghiamo alla guerra? In realtà il libro è una poco velata critica al colonialismo occidentale inteso come sfruttamento viscerale del territorio, senza però mitizzare troppo la figura di Conrad che comunque mantiene un certo atteggiamento razzista nei confronti degli indigeni.
Apocalypse Now
Charlie non fa il surf.
Ho visto questo film dopo aver letto e giocato alle precedenti opere e devo dire che per completare magnificamente il quadro, la sua visione è imprescindibile. La pellicola è liberamente ispirata al romanzo di Conrad ma contestualizza la vicenda durante la guerra nel Vietnam, dove un gruppo di soldati statunitensi deve risalire un fiume per eliminare l'ex Colonnello Kurtz, da tempo disertore e figura molto scomoda per le alte sfere dell'esercito statunitense. Francis Ford Coppola si è letteralmente prosciugato nella realizzazione di questo film, le cui riprese dovevano durare sei settimane ma si allungarono un po' (su Wikipedia si parla di un anno e mezzo) e di carne a fuoco ce n'è veramente tanta. A livello tecnico non sono assolutamente competente per cui lascio a voi il piacere della critica... Vi dico solo che vale la pena visionare i 197 minuti della versione Redux, che aggiungono tante sfumature al film.
Vi lascio con la famosissima scena dell'attacco degli elicotteri.
"Na na nanana na nanana na nanana!"
Salve cari lettori, perdonate la mia prolungata assenza dalle scene; vi assicuro che d'ora in poi farò il bravo e ogni lunedì vi delizierò con una serie tv e taaaante altre sorprese. Ovviamente non pretendo il vostro perdono solo con questa misera promessa, per questo oggi ho in serbo per voi una bomba di serie. Godetevi la sigla di questo capolavoro e poi ne parliamo!
Si fa sentire il brivido dietro la schiena? Ebbene si, oggi parliamo di "The Walking Dead". Questa serie va ormai in onda dal 2010, e si è conclusa da poco la sua quinta stagione. Ne sono successe di cose in questi anni, ma come sapete non posso che partire col presentarvela dall'inizio. The Walking Dead prende vita dall'omonimo fumetto, scritto da Robert Kirkman, che è anche il produttore esecutivo della serie. Essa è trasmessa dal canale televisivo AMC, con Frank Darabont a tessere le fila della regia. Per chi ancora non lo avesse capito, la serie narra di una terribile apocalisse zombie scoppiata inspiegabilmente e all'improvviso. Già immagino cosa starete pensando: "Che novità! Basta con questi zombie non se ne può più!"; ed è qui che il vostro Mr. Geta vi bacchetta, dandovi tanti buoni motivi per guardarla. Inizio col dirvi che, in primis, la fattura del makeup degli zombie è pregiatissima, non per niente la serie ha vinto innumerevoli premi per il trucco. Inoltre The Walking Dead ha raggiunto un enorme successo soprattutto perchè, a parer mio, è incentrata molto di più sulla psicologia umana e sul cambiamento forzato di una società in lotta per la sopravvivenza, che sull'apocalisse stessa. Ma vediamo un pò come ha avuto inizio tutto il finimondo.
Pillole di trama: The Walking Dead è ambientata ai giorni nostri. Tutto ha inizio con uno scontro a fuoco tra una banda di fuorilegge e il vice-sceriffo Rick Grimes, alias il protagonista della serie, che finisce in ospedale in stato comatoso. Al suo risveglio, vagando per l'ospedale ormai deserto, si accorgerà che qualcosa è andato storto (non che fosse difficile, immaginate di trovarvi in un ospedale abbandonato e disseminato di cadaveri). Ovviamente Rick non sa ancora che fuori la situazione è ben peggiore, ma come biasimarlo. Un'apocalisse zombie non è cosa pronosticabile, ma Rick comincia a porsi delle domande quando vede questo:
Sfido chiunque a rimanere impassibile in una situazione del genere. Rick però ha un solo chiodo fisso in testa: cercare sua moglie e suo figlio, nella speranza di ricongiungersi a loro.
Personaggi significativi: come potete immaginare, il cast è davvero corposo. Perciò come sempre mi limiterò a mostrarvi i capisaldi della storia. Mi raccomando però affinchè voi non trascuriate nessun personaggio bollandolo come secondario, ognuno ha una storia da raccontare.
Rick Grimes: vi ho già accennato di lui, il protagonista della storia. Rick è un vice-sceriffo, e come tale è un uomo risoluto e carismatico ma di buon cuore. Ha coraggio da vendere, e la sua forza è rappresentata dall'amore verso la sua famiglia. Amore che sarà la sua ragione di vita nella sopravvivenza. Nella iniziale ricerca dei suoi cari, si sposterà fino alla vicina Atlanta, scoprendo a sue spese che è infestata di zombie.
Shane Walsh: Shane è lo sceriffo della contea di King, collega e migliore amico di Rick. Nello scontro a fuoco che li vede protagonisti all'inizio, rimarrà illeso e sarà lui a occuparsi di Lori e Carl (moglie e figlio di Rick) dopo lo scoppio dell'epidemia. Nel bel mezzo del pandemonio si precipiterà in ospedale ma, non riuscendo a trasportare la barella di un Rick in coma, a malincuore sarà costretto a lasciarlo lì, barricando la porta della stanza come unica protezione. Si recherà poi, insieme a Lori e Carl, verso un accampamento di sopravvissuti. La chiave delle vicende delle quali non posso parlarvi, sarà il fatto che Rick verrà creduto morto.
Glenn Rhee: lui e Rick si incontrano ad Atlanta, per la fortuna del nostro protagonista poichè sarà proprio Glenn a salvargli la vita. I due stringono subito amicizia. Glenn prima del disastro era un fattorino, ma è un ragazzo scaltro e sa il fatto suo; per questo motivo sarà uno dei partecipanti più attivi delle varie missioni pericolose.
Daryl Dixon: so che non dovrei sbilanciarmi, ma Daryl è, insieme a Rick ovviamente, uno dei personaggi più interessanti della serie. Ha un carattere taciturno e chiuso, ma è un grande esperto di caccia e di sopravvivenza. In un mondo normale sarebbe considerato un bifolco a tutti gli effetti, ma il suo personaggio non potrebbe essere più affascinante di così. Inizialmente scontroso con tutti, sarà fondamentale per lui il percorso che lo porterà a fare determinate scelte. Di estrema importanza anche il rapporto con Merl, suo fratello maggiore.
Altri personaggi: come vi ho già accennato, l'unico motivo per cui non ho trattato anche altri personaggi è che farei prima a riscrivere la Divina Commedia, non certo per la loro minore importanza; essi meritano infatti di essere citati.
Carol Peletier, una donna che lotta su due fronti: contro l'apocalisse ovviamente, e contro un marito padrone che è la fonte della sua debolezza e succubanza. Punti chiave nel suo cammino saranno appunto il marito, e sua figlia.
Altro personaggio è Dale, il più anziano del gruppo, che sarà spesso anche il pacificatore. Sarà fondamentale per Andrea, una donna che è forse la prima a sperimentare la crudezza del nuovo mondo, poichè sarà costretta a compiere un gesto estremo che la farà cadere in un periodo buio.
Fondamentale ovviamente anche Lori. Non vi parlo di lei semplicemente perchè le vicende che la caratterizzano sono un perno importante della storia.
In ultimo non posso non citare Carl, figlio di Rick e Lori. Anche qui mi sbilancio, Carl è un bimbominchia. Ecco l'ho detto. E' il classico bambino inutile, e la sua bimbominchiaggine è accentuata ancora di più dall'apocalisse. Neanche lui però deve essere bollato, poichè grazie al cielo crescerà, e sarà anche protagonista di situazioni davvero significative.
Consigli per l'uso: cosa posso dirvi, The Walking Dead va gustata come una bella e fragrante pizza. E' una serie con tutti gli ingredienti necessari per farvi contenti: non manca la suspense, gli zombie spesso e volentieri vi faranno sobbalzare dallo spavento, i personaggi sono ricchi di sfaccettature; niente viene lasciato al caso.
Come ormai ben sapete una serie di successo è caratterizzata dalla mutevolezza dei personaggi, e The Walking Dead in questo senso è il top. Non crederete ai vostri occhi, arrivati alla quinta stagione, di come la crudezza di un mondo ignobile e spartano abbia potuto cambiare i personaggi. Sarà un viaggio che vi emozionerà e vi catturerà, anche perchè vi saranno anche altri protagonisti interessanti che non posso menzionare. Come vi dicevo, niente è casuale, neanche gli zombie incontrati durante il viaggio. Spesso essi hanno una storia nascosta. Alcune di queste storie sono raccontate in tre mini-webserie, che vi consiglio caldamente di vedere (dopo la serie madre ovviamente).
In definitiva, se siete amanti delle storie di sopravvivenza, degli scenari post-apocalittici, non potete non guardare The Walking Dead. Scoprirete una serie mai scontata, e soprattutto un diverso approccio rispetto alla trattazione cinematografica classica di una apocalisse zombie. Passerete il tempo libero a discuterne con i vostri amici, parteggerete per un personaggio più che per un altro e, cosa più bella, immaginerete tutti insieme come vi comportereste se si verificasse un'apocalisse zombie.
E questo potrebbe accadere prima di quanto crediate, visto che uno degli zombie sarà presente durante la prossima finale di Champions e potrebbe diffondere il morbo.
Considerando il fatto che in campo saranno presenti due delle sue vittime preferite, il peggio è inevitabile. Perciò se volete sopravvivere guardate The Walking Dead!
Nota importante: so bene che questa serie ha appassionato milioni di persone, perciò probabilmente la maggior parte di coloro che hanno letto questo post aspettano già con trepidazione, come me, la sesta stagione. Per questo motivo ho deciso di dedicare il mio prossimo post alla quinta stagione e ad una analisi complessiva della serie! Ovviamente invito tutti coloro che si approcceranno per la prima volta alla sua visione di non leggere assolutamente il prossimo post, per non rovinarvi l'esistenza.
Tranquilli, Rick non è pazzo e gli zombie non sono così cordiali. Ho deciso di salutarvi con questa foto presa dal backstage, che ritrae il primo zombie in assoluto ad apparire nella serie, "la ragazza della bicicletta". Questa zombie è anche la protagonista della prima delle tre webserie sopracitate.
Non mi resta che salutarvi e augurarvi una buona e spaventosa visione! Se volete siete liberi di lasciare un commento o una vostra opinione personale; alla prossima,
Come potete notare ho deciso di cambiare il nome del blog, non so se in maniera definitiva o meno.
Meno fronzoli, più conciso e forse un po' meno violento.
Sto pensando di cambiare anche il modello di fruizione dei post, cercando creare articoli più brevi in maniera più frequente che in passato.
Spero che tutto questo non scolvolga troppo le vostre pacifiche vite, so che ci volete bene e che continuerete a perdonare l'inutilità dei nostri (diciamo MIEI altrimenti qualche admin si potrebbe offendere) post.
Ringrazio tutti per il supporto e colgo l'occasione per farvi in ritardo gli auguri di Pasqua.
- Mikoski